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La ragazza sembrava fluttuare nello spazio, tanto era ipnotica la sua andatura, e i suoi piedi, calzati con scarpe da ginnastica chiare, toccavano appena il pavimento di cemento.

"Bellezza pura", balenò nella mente della guardia, e in quel momento, come se avesse ascoltato i suoi pensieri, lo sconosciuto si girò verso di lui e sorrise, facendo sì che la guardia si bloccasse e, trattenendo il respiro, guardasse la figura della ragazza che si allontanava.

Nel silenzio del parcheggio, il tintinnio delle chiavi, il bip dell'allarme, lo sbattere della portiera della Infiniti rosso scuro, che nascondeva lo sconosciuto alla vista, il lampeggiare delle luci, il rombo del motore, e l'auto che iniziava a rullare dolcemente verso l'uscita del parcheggio.

Dopo qualche secondo Boris capì cosa lo aveva confuso e si precipitò dietro di lei, agitando le braccia nella speranza di attirare l'attenzione della ragazza al volante.

L'auto si fermò, il finestrino oscurato scivolò giù senza problemi.

– Il tuo… faro… si è spento", balbettò Boris, tenendo gli occhi sul viso della ragazza.

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