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“Sei arrivato, caro gatto! Entra! Adesso ti do da mangiare!”
Coon entrava in casa in modo solerte e si dirigeva in cucina.
All’inizio William ne rimase infastidito. Non riusciva più a dormire, doveva alzarsi e lavarsi. A colazione rimproverò sua sorella:
“Il gatto ha suonato di nuovo il campanello! Perché gli hai insegnato a farlo?”
“Ha imparato da solo,” ribatté Alice. E moralmente osservò: “E poi, coloro che si alzano presto sono benedetti da Dio.”
William, sforzandosi per contenere l’irritazione, osservò:
“Non è più semplice fare un piccolo buco nella porta per lui, di modo che possa attraversarla sia di giorno sia, almeno, di notte?”
Alice grugnì e promise:
“Rifletterò sulla tua proposta…”
William provò anche a dormire nella mansarda, nel suo studio. Ma la piccola stanza era soffocante in estate e fredda in inverno. Pertanto, con l’umore di un criminale condannato a morte, restò nella sua camera da letto. E col tempo, si abituò ad alzarsi presto. A volte, subito dopo essersi alzato, provava a scrivere su un taccuino i pensieri che gli venivano in sogno. Tutti quanti riguardavano il prossimo articolo di archeologia scientifica oppure la corrispondenza con Oppert.