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«Dai, andiamo a casa e basta sciocchezze. Almice, non mi piace che tu faccia questi scherzi di cattivo gusto» lo rimproverò Telma senza voler dare credito alle parole del fratello. Le piccole, che ascoltavano attonite senza capire, iniziarono a piangere.

Il tempo stava peggiorando, il vento cominciava a soffiare insistente spingendo le onde contro la costa. I quattro lasciarono la grotta stretti insieme per proteggersi dal crescente freddo notturno. Cominciarono a camminare lentamente verso casa, in silenzio, Janira non capiva cosa stesse succedendo; aveva visto i suoi fratelli discutere e aveva notato che stava accadendo qualcosa di strano. Restava in silenzio, raccolta in sé stessa come se lei fosse responsabile della situazione. Nerisa piangeva. Telma cercava di confortarla spiegandole che Almice aveva avuto un incubo e che ciò che aveva detto loro nella grotta era falso, sebbene il suo tono non fosse convincente. Almice, silenzioso, non riusciva a trattenere le lacrime che non smettevano di solcare il suo viso.

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