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“Ma non puoi sentire alla radio che cosa dicono? Tu che hai il telefonino speciale con 500 funzioni, possibile che non abbia anche la radio?”, chiese un mio vicino ad un suo amico.
“Ci sto provando. Credo un elicottero … a quanto pare … “
Non riuscii a capire di più, perché per l’appunto il rumore di un elicottero, proveniente dalla Tribuna Tevere, montò rapidamente facendosi in breve assordante.
Anzi, gli elicotteri erano due, dei carabinieri. Si disposero ciascuno di fronte ad una delle due porte, all’altezza del dischetto del rigore, quasi a fare da scorta all’atterraggio di quel coso; il quale proseguiva la sua discesa sempre senza fretta, come se avesse gravità nulla, ma senza deviare dalla verticale, come un ascensore.
Gli altoparlanti gracchiavano qualcosa, ma il rumore degli elicotteri copriva tutto. Per fortuna dalla radio, e dal gruppetto di tifosi con cui ero, sapevo tutto, e cioè: i cancelli d’uscita erano stati aperti; la partita era stata sospesa per ordine del prefetto, ed i giocatori erano già tutti negli spogliatoi; non c’era nessun pericolo per gli spettatori che quindi potevano anche rimanere fino a nuovo ordine, e comunque dovevano mantenere la calma, non ostacolare le attività del personale addetto alla sicurezza e seguire le indicazioni degli steward e delle hostess. Tutto il personale di ordine pubblico era appostato, e altri agenti erano in arrivo - lo credo, anche perché ormai l’ordine pubblico all’interno dello stadio era gestito quasi solo da hostess e non dalla polizia, che in genere era il bersaglio preferito dei tifosi violenti – ed erano attesi anche mezzi specializzati dell’esercito.