Читать книгу Sumalee. Storie Di Trakaul онлайн
4 страница из 91
Provai ad alzarmi, ma un forte dolore al petto me lo impedì. Sul pavimento del corridoio, in ginocchio, cercavo di aprire la bocca il più possibile per poter inspirare la massima quantità d'aria che alleviasse la mia sensazione di sopraffazione, di soffocamento. Mi concentravo sul respiro lento e profondo, ma non ci riuscivo. Mi ci volle un po' prima che il mio battito cardiaco rallentasse per riuscire a respirare di nuovo in modo relativamente normale. Con uno sforzo improbo mi alzai in piedi e, barcollando, appoggiandomi ai muri, schivando altri detenuti che mi ignoravano, raggiunsi la mia cella. Una cella che era mia e di altre quaranta persone.
Una volta lì, mi sedetti sul materassino e rimasi fermo per un po', cercando di svuotare la mia mente e isolarmi da tutto ciò che mi circondava, incluso il dolore che mi attraversava il corpo da cima a fondo. Un corpo che gridava che mi sdraiassi e non mi alzassi per ore, ma sapevo che non potevo farlo. Lo sapevo. Ne andava della mia sopravvivenza. Feci quello che dovevo fare. Ciò che era necessario. Mi alzai e iniziai la mia routine di allenamento. Stretching completo, flessioni, squat ... Far lavorare ogni parte del corpo in modo indipendente e insieme alle altre. Il dolore era quasi insopportabile, ma non mi fermai per questo; anche se piangevo silenziosamente, bagnando il pavimento con le mie lacrime. Non dovevo mai mostrare debolezza. Se volevo sopravvivere, se volevo essere in grado di uscire di lì un giorno senza che fosse nella triste bara di cartone che usavano, dovevo continuare. Finii l'allenamento, sia con i movimenti che avevo imparato dal mio vecchio maestro di boxe, sia imitando quello che vedevo fare in cortile dai prigionieri che si allenavano a Muay Thai, imparando a combattere come loro, con la differenza che loro lo facevano davanti a tutti, in pieno giorno, e io mi allenavo solo quando nessuno mi vedeva. Lontano da occhi curiosi. Preparandomi nell'ombra.