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Mentre si allontanava, correndo al massimo che la gamba ferita gli consentisse, sentì la voce dello Sciamano recitare una strana nenia rivolta a Corrupto. Di essa, colse solo le parole: carni, disgrazia e corrompi.

Si lanciò verso la palude, dove le acque marce lo avrebbero aiutato a nascondere le impronte e le tracce odorose. Però, sentì, immediatamente dietro di sé, un rumore di passi e un ansimare: evidentemente, le guardie si erano lanciate all'inseguimento prima di quanto l'incidente al totem gli aveva fatto sperare. Senza arrestarsi, si voltò e, con la coda dell'occhio, constatò che, in realtà, gli inseguitori erano ancora lontani: ciò che aveva sentito era il correre un po' goffo del lupacchiotto ammaccato. Raggiunse la palude e si diresse verso le acque un po' più profonde, finché non sentì un guaire dietro di lui: il cucciolo, non toccando più il fondo con le zampette, era costretto a nuotare, ma così non riusciva a tenere il passo di Djeek. Il goblin, non seppe mai perché lo fece: per empatia, perché lo sentiva affine a sé, forse. Prese in braccio il piccolo lupo e proseguì la fuga con lui.

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