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All'improvviso, irruppe nello stomaco anche il cigno. Esso si avventò contro di lui: i due si cinsero in un abbraccio mortale. Caddero a terra ruzzolando tra piume bianche e schizzi di sangue nero. Alla fine Djeek riuscì a mordere il collo del suo avversario uccidendolo, ma sentì il suo sangue colargli nella gola come acido. Rimase a terra in preda convulsioni dolorose, mentre il lupacchiotto cercava di leccargli via il sangue del cigno dalla faccia, perché la stava corrodendo...

Si svegliò di soprassalto su di un giaciglio di legno marcio. Il suo piccolo amico gli leccava la faccia. Il sogno era svanito, lasciando indietro qualcosa, però: il dolore che gli attanagliava gola, stomaco e ventre era ancora lì, più intenso che mai. Urlò e si rotolò tenendosi il ventre; nel dimenarsi cadde giù dalla branda, nel frattempo il lupacchiotto guaiva girandogli intorno allarmato.

«Cos'è questo baccano!» sbraitò una voce gracchiante. «È ancora presto per svegliarti. Bevi questo!»

Djeek si sentì prendere per i peli della testa da una mano ossuta e, con lo sguardo appannato, vide una sagoma sinistra cacciargli in gola un qualche intruglio che lo fece sprofondare di nuovo nel sonno, questa volta senza sogni.

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