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Nel 1996, grazie ad un contributo della Regione Lazio proponemmo ai colleghi valenciani una settimana di relazioni e proiezioni, essi accolsero con favore la proposta. Vennero con me alcuni collaboratori, presentammo Il triduo sacro, Guarda bene disciplinato e il regista Caserta La pazzia di Isabella. Su invito di Sirera, Anna Giordano e Quirante si fece una Tavola Rotonda in cui si analizzarono le iniziative dei primi vent’anni del «Centro Studi». Partecipai anche, su invito di Joaquín Espinosa, ad ottobre, al VII Convegno degli italianisti El Teatro Italiano, presso l’Università Menéndez y Pelayo, dove presentai Aminta. Quindi, da Valencia mi trasferii con Sirera ad Elche, per il IV Festival e, al Seminario da lui diretto: Del actor medieval a nuestrosas, lessi «El arte del actor en la cultura medieval».

Al nostro XX Convegno Tragedie popolari del Cinquecento europeo, oltre a Cremante, che illustrò «Elementi di popolarità nella tragedia del Cinquecento», María del Valle Ojeda Calvo analizzò «Reajuste del modelo trágico clásico en el ambiente teatral de la España de fines del Quinientos: a próposito del Zibaldone de Stefanello Bottarga y algunas obras de Lope de Vega». Mentre, al III Festival anagnino, César Oliva, con gli studenti della Compagnia Andrés de Claramonte, rappresentò La Dama Boba di Lope de Vega e Rosa Saragoza con musicisti, coristi e una ballerina, eseguì «Canciones de Judíos Cristianos y Musulmanes»: musiche e danze del secolo XIV.

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