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Si rese conto che l’idea di trovare il lupo, solo per liberarlo in un posto più sicuro e non vedere più di nuovo quella magnifica creatura non lo faceva sentire per nulla meglio. Era sbagliato, sapeva che era sbagliato, voler tenere il lupo per sÈ. Solo che proprio non riusciva a togliersi quella sensazione che il lupo fosse suo, il che era proprio una stronzata. Il lupo era una meravigliosa creatura selvatica e non apparteneva a nessuno. Forse in qualche modo appartengo a lui, pensò Gabe. E quello fu proprio un pensiero strano.
Terminò la telefonata e si diresse di corsa verso la sua camera per vestirsi. Gli altri cani salvati avevano ancora bisogno di essere accuditi e aveva passato troppo tempo nell’infruttuosa ricerca del lupo fuggito. Perso nei pensieri sulle faccende da sbrigare e sul lupo, si diresse verso la sua camera, l’erezione mattutina svanita e dimenticata mentre cercava di mettere da parte le sue sensazioni di abbandono e di concentrarsi su quello che doveva essere fatto. Aprì di scatto un cassetto, frugando tra i mucchi di vestiti piegati frettolosamente.