Читать книгу Ndura. Figlio Della Giungla онлайн
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Quando riuscii a dominare un po' la mia rabbia e frustrazione, presi lo zaino e lo scossi da tutte le formiche, e feci lo stesso con la coperta e i vestiti che avevo sparso per terra. Indossai solo le scarpe da ginnastica e misi il resto nello zaino. Afferrai alcune pietre e alcuni rami e li lanciai furiosamente contro la colonna ordinata, mentre insultavo le formiche. Per un momento persi il controllo, la rabbia mi investì. Sì, le formiche avevano la colpa di tutto, dovevo ucciderle, mi avevano portato a questa stupida situazione e avrebbero pagato per questo. Le pestai ancora e ancora, furioso, frenetico, come posseduto dall’ardore di una distruzione inarrestabile. Alcune mi salirono su per le gambe e mi morsero di nuovo, ma non sentivo più nulla, il dolore aveva cessato di esistere per un momento. Un pensiero solitario nella mia testa: uccidere le formiche. Calciavo, colpivo quelle a terra e schiacciavo quelle che avevo sul corpo con pesanti manate, spiaccicandole contro le mie gambe, le mie braccia o il mio petto. Per alcuni minuti quella fu la mia unica guerra, il mio unico mondo: pestoni, colpi con le mani, urla di furia, di frustrazione soppressa per troppo tempo. Un Gulliver furioso che distrugge il mondo di Lilliput. Poi mi allontanai di qualche passo, crollai per terra e rimasi per un po' come perso, totalmente abbandonato al mio destino, cieco a ciò che stava accadendo intorno a me, ignaro di qualsiasi cosa che non fosse il niente, il vuoto interiore. Alla fine reagì. Durante la notte mi era sembrato di sentire il mormorio di un ruscello vicino, così andai a cercarlo, nudo, riluttante, tremante, con tutto il corpo che mi pungeva, bastone in mano e zaino in spalla. Dietro di me una miriade di formiche schiacciate e molte altre che correvano in giro nella loro danza particolare di follia disorganizzata.