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Quindi gli porse un foglio e aggiunse: «Questa è la sua prenotazione. Dovrà viaggiare in abiti civili e non dovrà comunicare con nessuno, civile o militare che sia. Il suo trasferimento ha carattere di massima urgenza e riservatezza, per cui si attenga scrupolosamente agli ordini».

«Sì… signor Comandante», si affrettò a rispondere Aleksej, ancora incredulo per l’ordine di trasferimento appena ricevuto.

«Mosca… Mosca…”, ripeteva tra sé e sé, «ma cosa ci vado a fare a Mosca… lì non conosco nessuno… non capisco… vuoi vedere che dietro tutto questo c’è lo zampino di nonno Andrej?».

Si alzò di scatto dalla sedia e si rimise sull’attenti. Poi con l’espressione sempre più preoccupata si rivolse al Comandante: «Signor Generale posso chiedere qual è la destinazione finale? Presumo l’Accademia Militare di Mosca».

«Maggiore Marinetto…», replicò infastidito il Generale «si attenga ai suoi ordini e non faccia più domande. All’aeroporto Domodedovo di Mosca troverà qualcuno ad attenderla. Questo è tutto».

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