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«Le presento l’agente Irina Borisovna Ratcenko», disse Petrov indicandola con la mano. In quel momento lo sguardo di Irina era tutto per Aleksej. Gli si avvicinò con calma per poterlo osservare meglio e gli accarezzò il volto dolcemente con il dorso della mano. Quando ebbe finito si rivolse verso il suo capo e, con un misto di meraviglia e stupore, esclamò: «Come due gocce d’acqua. Veramente impressionante».

“Bene signori è tutto. Potete andare. Con lei Aleksej ci rivedremo molto presto. Nel frattempo segua alla lettera le istruzioni dell’agente Ratcenko e tutto andrà per il meglio, per lei e la sua famiglia”.

Petrov aveva pensato bene di congedarsi dal suo ospite con un’ultima sottile minaccia.


7


Usciti dalla stanza Petrov ripose il fascicolo di Luca in un cassetto che chiuse subito a chiave. Poi si diresse verso la libreria, prese un voluminoso libro, lo aprì e dal suo interno estrasse una piccola bottiglia di vodka e un bicchierino di vetro. Quindi si sedette nuovamente alla scrivania affondando nella sua grossa sedia direzionale di pelle nera. Prima si versò da bere e poi chiamò Silvya con l’interfono.

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