Читать книгу Russian Spy. Operazione Bruxelles онлайн
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Salirono a bordo di una Porche Carrera 911 nera, con i sedili in pelle rossa. Irina lo fissò negli occhi con atteggiamento di sfida: «Che hai da guardare… cosa credi che una donna non sappia guidare un bolide come questo?». Il motore urlò tutta la sua potenza, poi l’auto ebbe un sussulto e partì come un razzo sgommando sull’asfalto e lasciando profonde strisce di pneumatici. Irina guidò spericolatamente per le vie del centro, sorpassando e zigzagando come un pilota esperto. Ad intervalli regolari si voltava verso Aleksej guardandolo con aria soddisfatta.
«Come vedi… caro collega… in Accademia riceviamo un addestramento di prim’ordine. La mia specialità, tra le altre cose, è la guida veloce. Ma ho tante altre qualità che scoprirai molto presto».
«Non ne dubito», rispose sarcastico Aleksej, cercando di mantenere un contegno imperturbabile per dimostrarle che non aveva paura, mentre con lo sguardo incollato alla strada ripeteva tra sé e sé «fottiti tu e la tua Porche».
Si allontanarono dal centro di Mosca e si diressero verso l’aperta campagna. Dopo alcune ore di viaggio l’auto imboccò una strada sterrata. Quindi percorsero ancora pochi chilometri ad andatura più lenta finché giunsero nei pressi di un enorme portone di ferro battuto, a due ante, di colore verde scuro. Dall’esterno non si riusciva a vedere granché perché la vista era impedita da un poderoso muro di cinta, sormontato da filo spinato e telecamere di sicurezza. Al cancello furono fermati da due uomini in borghese armati di kalashnikov. Ordinarono ad entrambi di abbassare i finestrini dell’auto e chiesero i loro documenti.