Читать книгу Russian Spy. Operazione Bruxelles онлайн

45 страница из 75

«Immagino che non mi libererò facilmente di te», commentò pensieroso Aleksej.

«Puoi ben dirlo… mio caro collega… puoi ben dirlo», replicò strafottente Irina.

La Porche si fermò davanti all’ingresso del castello con uno stridere di freni sulla ghiaia. Altre due guardie armate erano posizionate ai lati della splendida scalinata che li avrebbe condotti all’interno. Entrarono e si avviarono verso un grande salone dove sembrava che il tempo si fosse fermato. Tutto profumava d’antico: dal pavimento di legno, ai quadri, al mobilio, ai lampadari.

«Bellissimo questo postò», esclamò Aleksej, «non si direbbe proprio un covo di spie».

Irina non lo degnò di uno sguardo perché la sua attenzione adesso era rivolta verso Kostja Skubak che veniva loro incontro dalla direzione opposta.

«Ciao Irina… Maggiore…, finalmente siete arrivati. Collega per oggi il tuo compito è finito. Da qui in poi mi occuperò personalmente del Maggiore Marinetto. Questi sono gli ordini di Petrov. Sei libera di andare».

Irina, stranamente, si congedò dai due senza dire una parola e si allontanò irosa sbattendo, con notevole frastuono, i piedi sul pavimento. Le sue scarpe, con tacco da dodici, più che un accessorio di abbigliamento sembravano un’arma micidiale, se e quando fosse stata costretta ad usarle. Aleksej la seguì con lo sguardo fin dove poté. Camminava sinuosa nei suoi jeans attillati e pensò che avesse uno splendido corpo. Ma era pur sempre una spia e di quelle temibili. Improvvisamente poteva trasformarsi in un cobra reale, di quelli che quando mordono non ti lasciano scampo. Decise che, forse, sarebbe stato più saggio e salutare starle alla larga.

Правообладателям