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La lite nacque per colpa di un telefono o di un cellulare: per una chiamata per lui, a cui per sbaglio rispose lei; o forse per qualche messaggio di lui, o per lui, che non avrebbe dovuto essere scoperto. Insomma, una questione di uomini e donne, che Piero ancora non comprendeva pienamente, ma che già sapeva come si sarebbe sviluppata. Porte che sbattono; voci che si alzano; toni che si accendono. Ed a questo punto il povero Piero (vorrei dire il piccolo Piero, ma la sua statura non me lo consente) decise di uscire in giardino, di inforcare la sua bicicletta e, in barba ai divieti proclamati dalla televisione mille volte nella giornata, di andarsene via per la strada deserta pedalando in modo forsennato, disperato, per dissipare la rabbia e la frustrazione che queste liti gli procuravano.
Uscendo, Piero ebbe modo di sentire anche un piatto che, lanciato, finì per rompersi; o forse era un bicchiere; oppure erano posate e non si ruppe nulla. Fatto sta che, con la sua fuga senza esitazione, Piero si perse il finale di quel litigio, un po’ diverso dal solito: suo padre che, stavolta d’accordo con sua madre, usciva di casa per andarsene a trascorrere il resto della reclusione stabilita dal governo in un altro appartamento, presumibilmente con un’altra donna. E forse per non tornare più.