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Piero pedalò all’impazzata, per sfogarsi, senza una meta precisa. Quando la sua rabbia si fu un po’ attenuata gli si pose il problema di dove andare. Stavolta, più seriamente delle volte precedenti, gli balenò in mente di fuggire di casa. Ma per andare dove?

Fu così che, guardandosi intorno per capire dove fosse arrivato – e ne aveva fatta davvero parecchia di strada – si rese conto di trovasi a non molta distanza dalla casa di Giulio, un suo coetaneo che aveva conosciuto non si ricordava bene né quando né come, da piccolo. Non frequentava la sua stessa scuola. Lì vicino, si ricordava, c’era la casa di sua nonna, un bel villino con giardino, orto e gatti.

Ci arrivò, la riconobbe e suonò al citofono.

Nonna Pina, come ho già accennato, si era già adeguata ad alcuni cambiamenti causati dalla pandemia. Uno di questi era che la spesa le arrivava a casa, portata da un fattorino o da un corriere. Lei apriva il cancello e loro la lasciavano lì, appena dentro. Non doveva neanche pagare: ci aveva già pensato suo figlio, con cui la sera prima si era sentita (e vista) per video-telefono, ed a cui aveva elencato quello che le serviva. Così con questo espediente riuscivano a vedersi ed a sentirsi tutti i giorni; e suo figlio aveva modo di starle vicino e di sapere che stava bene.

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