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Il soggiorno più lungo e stimolante lo feci a Valencia. Josep Lluís Sirera mi accolse all’arrivo, e mi presentò i colleghi José Luis Canet, Gómez Grande; ritrovai poi —oltre Espinosa e la Giordano— Joan Oleza che mi presentò la sua colta e graziosa giovane moglie Teresa Ferrer. Essi organizzarono, nell’Aula Magna dell’Istituto di Filologia dell’Università, la presentazione del Dittico d’Erode rappresentato a Viterbo.

Al nostro XI Convegno su Mito e realtà del potere nel teatro: dall’antichità classica al Rinascimento, vennero invitati José María Díez Borque, che parlò sul «Teatro del poder en la España del siglo xvi: la imagen del emperador Carlos v», e l’amico Sirera che presentò «Cristóbal de Virués y su visión del poder».

Sempre nel 1987 venne realizzato a Maratea, località marittima nel Sud, l’Incontro di drammaturgia europea dedicato alla Spagna. Numerosi gli autori, registi, critici che parteciparono, oltre la Direttrice Generale della Cultura Carmen Alborch, Ricard Salvat, César Oliva cattedratico dell’Università di Murcia e direttore della compagnia teatrale, e fra i valenciani: l’autore Rodolf Sirera —fratello di Josep Lluís— e il regista Antonio Tordera.

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