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“Una comunità molto affiatata.”

“Non è di qua, vero, Signor Hardy?”

Slim aveva sempre ritenuto di avere una parlata piuttosto neutra, ed era proprio questo che lo rendeva un forestiero in terre dove ci si aspettava un forte accento dell’ovest.

“Lancashire,” disse. “Ma ho trascorso molto tempo all’estero.”

“Esercito?”

“Come faceva a saperlo?”

“I suoi occhi,” disse Bunce. “Infestati da fantasmi.”

Slim fece un passo indietro. Una serie di ricordi indesiderati cominciò a passargli davanti, così se li scrollò di dosso, facendoli svanire.

“Anche lei era nell’esercito?”

“Isole Falkland. Meno ne parlo, meglio è.”

Slim annuì. Almeno avevano un punto d’incontro. “Beh, credo di averle rubato anche troppo del suo tempo—”

“Potrebbe farci qualche centinaia,” disse Bunce improvvisamente, con in mano l’orologio. “Forse qualcosa in più se riesce a metterlo all’asta. Ci sono collezionisti di orologi di Amos Birch, per quanto rari. È incompleto e ha qualche danno estetico, me è comunque un Amos Birch originale. Erano molto ricercati un tempo. Amos creò un’industria artigianale prima che iniziasse ad andare di moda.”

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