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Djeek raccolse la nutria e la infilò nel sacco resistendo alla tentazione di darle un morso: sapeva bene che Hork, l'addestratore, non tollerava che lo facesse. Si toccò la guancia, passandosi la mano su una cicatrice rugosa e ricordò con dolore l'episodio che per miracolo non gli costò la vita: fare ciò gli serviva per evitare che l'istinto prevalesse. Il suo compito era di catturare topi, rettili o altri animali commestibili... senza mangiarli: poi, se il risultato della caccia soddisfaceva Hork, allora gli erano concessi un paio di morsi, altrimenti digiuno. Come spesso gli capitava, si assentò dal presente, e si ritrovò, con il pensiero, a rivivere ciò che gli era accaduto tre cicli prima: erano due giorni che, come ricompensa per i suoi mediocri risultati, otteneva un pugno nello stomaco. Così, quando allo stremo catturò un appetitosissimo ratto, lo divorò immediatamente sperando di farla franca. Questo gli diede nuove energie e riportò il sacco pieno. A Hork, bastò annusargli l'alito per capire ciò che aveva compiuto. Così, prima lo malmenò rompendogli un paio di costole, poi lo colpì allo stomaco con lo scopo di fargli risputare il ratto, ma visto che quello era bello e digerito, pensò bene di riavere indietro quella piccola razione di carne strappandogliela con un morso direttamente dalla guancia.

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