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Irina e Aleksej, quella stessa notte, fecero all’amore più volte, sempre con passione e con trasporto, e alla fine si addormentarono sfiniti, uno nelle braccia dell’altro.
10
Un suono sinistro e ripetitivo svegliò Aleksej di soprassalto. Con la mano sinistra, istintivamente, andò verso il comodino e con un colpo netto scaraventò quell’aggeggio sul pavimento, lontano, in fondo alla stanza. Ma il rumore non cessò del tutto e fu costretto ad alzarsi dal letto. Fuori era ancora buio ma la timida luce dell’alba faceva già capolino dalla finestra. Era completamente nudo e con la testa che gli girava. Si ricordò della sera prima, del vino e di Irina. Poi ebbe un sussulto. Qualcuno, nascosto nell’ombra, sedeva sulla poltrona vicino alla porta d’ingresso.
«Chi c’è lì? Chi sei?», urlò Aleksej con tono minaccioso. L’ombra si alzò lentamente e con un colpo di karate, usando le suola delle scarpe, colpì la sveglia che stava continuando, imperterrita, a lanciare il suo sinistro sibilo di allerta. L’aggeggio andò in mille pezzi. Fu in quel momento che intravide nel buio la figura di una donna. Era Irina e questo lo tranquillizzò all’istante.