Читать книгу Il Dono Del Reietto онлайн

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«Vai a prendere i cuccioli, e torna a fare la mammina al vivaio! Verme!» gli intimò il bruto. Poi, emise un ringhio che raggelò gli altri due contendenti i quali si dileguarono all'istante. Con una mano, afferrò per il collo la povera femmina facendole entrare le unghie nella pelle e la sollevò per accoppiarsi. Quando ebbe finito, la getto via come uno straccio e se ne andò.

“Questa volta, è andata in maniera piuttosto tranquilla” pensò Djeek mentre si affrettava ad allontanarsi dal luogo della scena. Spesso, gli scontri per la riproduzione erano molto più violenti, con morti e mutilati tra i pretendenti. Succedeva sempre così: la malcapitata di turno, nel marasma, si ritrovava a essere presa con la forza da molti maschi e alla fine, era impossibile conoscere esattamente il padre della figliata. Però, questo era un bene per il branco.

Mestamente, Hork raccolse i sei cuccioli che dall'inizio non avevano smesso un attimo di urlare e dimenarsi terrorizzati, lì colpì alla testa in modo da farli svenire, li caricò sulla carriola insieme allo sterco che gli serviva per riparare una falla della sua capanna e si avviò verso il vivaio. Era dolorante e ferito nell'orgoglio, ma già assaporava la sua rivalsa. Poco prima, il giovane Kitzo, seguito dai suoi scagnozzi, gli aveva spifferato che quell'idiota di Djeek aveva passato tutto il tempo a divertirsi anziché cacciare. Era chiaro che quanto riferitogli era tutto falso, sia perché quel babbeo svolgeva alla lettera tutti i compiti assegnatigli e sia perché l'alito dei furbacchioni odorava di topo a passi di distanza. Hork, però, sapeva riconoscere i talenti. Mentre era certo che il teschio dell'inetto Djeek sarebbe presto entrato a far parte della sua collezione, era altrettanto sicuro che Kitzo sarebbe presto diventato uno sciamano, un sacerdote di Corrupto da cui aveva ricevuto lautamente i doni della mutabilità e dell'astuzia. Era quindi sua intenzione entrare nelle grazie del suo prediletto, sperando che un giorno si ricordasse di lui sollevandolo dalla sua misera condizione di lavoratore. Quindi, doveva stare al gioco e malmenare il babbeo. Inoltre, la cosa lo divertiva, lo faceva sentire forte.

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