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Un velo di tristezza calò sullo sguardo di Maria, come se invitasse il figlio a leggere nei suoi pensieri. Non aveva un‘espressione di sorpresa ma, al contrario, sembrava che conoscesse già tutto in anticipo. Quello sguardo non ammetteva fraintendimenti e Aleksej si rivolse alla mamma con un misto di agitazione e rassegnazione.

«Mamma… ma tu lo sapevi? Com’è possibile? Sono stato informato dal mio Comandante solo da poche ore».

«Caro Aleksej, sono pur sempre la figlia di un Generale del KGB. Cosa credi che non abbia anch’io le mie fonti d’informazione. Io ti ho sempre protetto e ti proteggerò sempre, ovunque tu sia…, ovunque tu vada. Ma non preoccuparti, la tua destinazione finale è Mosca e non la Siberia». Poi gli sorrise e con un cenno della mano fece segno al figlio di seguirla in cucina.

«Siediti che ti preparo il the con il miele. I tuoi biscotti preferiti li ho appena sfornati.»

Solo allora Aleksej annusò il forte odore dei biscotti provenire dal forno. Era un profumo che gli ricordava l’infanzia ma il trambusto di quella giornata sembrava che avesse spento all’improvviso il suo senso olfattivo. L’atmosfera in casa si era rasserenata ed entrambi continuarono a parlare, finalmente liberi dai segreti, uno accanto all’altro.

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