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In realtà chiamare un sacerdote era un problema per me, al di là del fastidio di sapere che mia madre preferiva confidarsi con un estraneo anziché con la sua unica figlia. (E che peccati poteva aver commesso, poi!). Non solo io di preti veri non ne conoscevo, ma mi seccava addirittura il solo pensiero di entrare in una chiesa per cercarne uno.

Allora riflettei sul fatto che quanto avevo appena detto su mia madre, e cioè che in vita sua aveva conosciuto più sacerdoti finti che sacerdoti veri, in realtà valeva anche per me. Anch'io appartenevo a un gruppo teatrale, e tutte le parti da prete o vescovo erano state sempre interpretate da Filippo, che per fisionomia e modi di fare sembrava decisamente più adatto di tutti gli altri a quel ruolo, e che per questo motivo aveva col tempo acquisito sulla scena una discreta esperienza in quei panni.

Però … se mia mamma gli avesse rivelato qualche cosa di imbarazzante … e magari alla fine l'avesse saputa lui ed io ne fossi rimasta all'oscuro? No, non mi sembrava davvero una buona idea. Io, ed io sola, in qualità di figlia, mi sentivo autorizzata a compiere questo illecito. Non avrei coinvolto nessun altro.

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